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Nuovi e significativi dazi sono stati imposti dall’Unione Europea sui veicoli elettrici prodotti in Cina, in un contesto dove l’amministrazione statunitense guidata da Joe Biden si prepara a intensificare ulteriormente le restrizioni nella battaglia tecnologica e commerciale che oppone Washington a Pechino.

L’annuncio delle nuove tariffe, che ha visto confermate le indiscrezioni del Financial Times, arriva nonostante l’opposizione da parte di Berlino, preoccupata per un possibile inasprimento delle tensioni commerciali.

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Motivazioni e Impatti Economici

Le nuove tariffe sono state giustificate sulla base del fatto che i veicoli elettrici cinesi beneficiano di sussidi statali che permettono loro di competere con regole diverse rispetto ai competitor europei, ottenendo così vantaggi significativi sul prezzo di listino.

Secondo le analisi del Rhodium Group, l’anno scorso la Cina ha esportato auto elettriche nell’Unione Europea per un valore di 10 miliardi di euro, raddoppiando la sua quota di mercato fino a raggiungere l’8%.

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A margine dei lavori, le stime europee hanno evidenziato rischi ulteriori, con conseguenze potenziali su 2,5 milioni di posti di lavoro diretti e 10,3 milioni di posti di lavoro indiretti nell’industria dell’auto europea.

La quota di mercato dell’industria automobilistica dell’UE è scesa dal 68,9% nel 2020 al 59,9% nel 2023, mentre quella delle importazioni cinesi è salita dal 3,9% al 25%, secondo i calcoli della Commissione Europea.

Decisione della Commissione Europea

Alla luce di questi sviluppi, la Commissione Europea, che aveva avviato un’indagine sulla questione nell’ottobre scorso, ha concluso provvisoriamente che i produttori cinesi beneficiano di “sussidi ingiusti”, causando una minaccia concreta di danno economico ai produttori dell’UE.

Di conseguenza, a partire dal 4 luglio, verranno imposti dazi compensativi provvisori sui veicoli elettrici importati dalla Cina.

I tre principali produttori cinesi inclusi nel campione saranno soggetti alle seguenti tariffe: Byd con il 17,4%, Geely con il 20%, e Saic (marchio MG) con il 38,1%.

Altri produttori che hanno collaborato all’indagine saranno soggetti ad un dazio del 21%, mentre per quelli che non hanno collaborato il dazio sarà del 38,1%.

Sommando la tariffa del 10% già in vigore, in casi estremi i costi all’import potrebbero quasi raddoppiare.

Reazioni Internazionali

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea, ha commentato l’iniziativa affermando: “Il nostro obiettivo non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale”.

Tuttavia, la decisione ha suscitato diverse reazioni tra i membri dell’UE.

Posizione della Germania

La Germania, insieme a Svezia e Ungheria, ha espresso forte opposizione.

Volker Wissing, ministro dei trasporti tedesco, ha dichiarato che le tariffe punitive della Commissione Europea colpiscono direttamente le aziende tedesche e i loro prodotti di punta.

Ha sottolineato che le automobili dovrebbero diventare più economiche attraverso una maggiore concorrenza, mercati aperti e migliori condizioni commerciali all’interno dell’UE, non attraverso guerre commerciali e isolamento del mercato.

Reazioni della Francia e Spagna

Diversamente, Francia e Spagna hanno mostrato sostegno per l’iniziativa.

Il ministro italiano, Adolfo Urso, ha parlato di “soddisfazione” e di possibilità di riaffermare l’industria automobilistica in Italia.

Reazioni del Settore Privato

Anche Stellantis, azienda della holding Exor che controlla Repubblica attraverso l’editore Gedi, è intervenuta sulla questione.

La società ha dichiarato di credere nella concorrenza libera e leale in un contesto commerciale globale, aggiungendo che non sostiene misure che frammentano il mondo.

Stellantis ha annunciato che studierà l’annuncio e si prepara a sfruttare i suoi vantaggi competitivi, tra cui la joint venture 51/49 con Leapmotor, che detiene diritti di produzione al di fuori della Cina, e la Citroën ë-C3 prodotta in Europa, nel tentativo di competere direttamente con i prodotti cinesi.

Risposta di Pechino

Dalla Cina, l’annuncio ha provocato reazioni dure. Pechino ha comunicato che è pronta a prendere contromisure, con il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian, che ha dichiarato:”L’UE rischia di danneggiare i suoi interessi con l’imposizione di dazi sulle importazioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina.”

Lin ha aggiunto che la Cina adotterà tutte le misure necessarie per “difendere con fermezza i suoi diritti e interessi legittimi”.

La Camera di commercio cinese presso l’UE ha espressamente manifestato shock, grave delusione e profonda insoddisfazione.

Prospettive Future

Le tensioni tra l’UE e la Cina potrebbero intensificarsi ulteriormente, influenzando negativamente le relazioni economiche e commerciali tra le due parti.

Nonostante questo clima di tensione, Bruxelles rimane lontana dalle misure estreme al 100% già adottate dagli Stati Uniti.

Potenziali Restrizioni degli Stati Uniti

Secondo Bloomberg, è possibile che l’amministrazione Biden introduca nuove restrizioni all’accesso della Cina alle tecnologie avanzate, in particolare quelle legate ai semiconduttori utilizzati per l’intelligenza artificiale.

Fonti interne indicano che tali restrizioni mirano a escludere la Cina dall’architettura dei chip avanzati GAA, fondamentali per aumentare le capacità di calcolo dei semiconduttori.

In conclusione, le nuove tariffe imposte dall’UE sulle auto elettriche cinesi rappresentano un importante tassello nella complessa scacchiera delle relazioni commerciali globali.

Nel medio e lungo termine, sarà cruciale osservare il modo in cui queste dinamiche influenzeranno l’industria automobilistica europea e le relazioni tra Bruxelles e Pechino.